Tra design & scenografia
Nel 1946 una mostra a Seregno sia con suoi collages e polimaterici, visitata da Gio Ponti, valse a Luca Crippa un articolo illustrato sulla rivista “Stile”, fondata dal noto designer e architetto.

E dal 1946, inizia l’esperienza professionale ed artistica a Milano, dove lavora per tre anni seguendo gli studi decorativi dei progetti dello studio del medesimo Gio Ponti.
Con Gio Ponti la verve creativa di Luca si trasforma in design.
Sua è forse la progettazione della famosa sedia “pontina”, probabile causa di rottura dei rapporti col noto design, avvenuta nel 1949.
Del 1948 sono due scatti fotografici che lo ritraggono e che anticipano di un ventennio la nascita della body art del viennese Hermann Nitsch, dell’italo-americano Vito Acconci e della francese Gina Pane e, in tutto questo, la suggestione per Marcel Duchamp è onnivalente.
Nella Statua caduta di Via Broletto, lo stesso Crippa si fa fotografare come un feticcio seminudo, capovolto a testa in giù su una sedia decorata, addobbato con ghirlande di fiori, un foulard e un grappolo d’uva.
La quinta teatrale è una stanza con un tappeto a righe, una parete bianca con un riquadro centrale fatto di fiori e un quadretto ripartito orizzontalmente sul quale sono dipinti, in alto, la Madonna con Gesù Bambino su un letto di nuvole, e in basso una mano con uno spropositato dito medio.
Nel 1948 partecipa alla VIII Triennale di Milano e inizia nello stesso anno l’attività di decoratore su legno, vetro e tela, delle sale dei transatlantici “Conte Biancamano”, “Andrea Costa”, “Michelangelo” e “Conte Grande”.

Dal 1949 inizia anche una felicissima attività di scenografo e bozzettista di costumi per spettacoli televisivi e teatrali.

Suoi diversi lavori per i Teatri San Carlo e di Corte a Napoli, Carlo Felice di Genova, Comunale di Bologna, per il Teatro del Casinò di San Remo, La Pergola di Firenze, il Teatro Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Operà e il Lutéce di Parigi e i teatri milanesi Piccolo e Piccola Scala.
Suo il progetto delle scene e dei costumi per la messa in scena del Macbeth di Shakespeare, con cui vengono ufficialmente inaugurate le trasmissioni della RAI Radio Televisione Italiana.
In Rai, tra il 1957 e il 1963, lavora come scenografo. Sue le immagini iniziali della sigla di “Carosello” e di diversi sketch pubblicitari, tra cui Lanerossi, Max Meyer e Alemagna.