Grandi Mostre

Dal 1960 inizia un’intensa attività creativa, che si concretizza in diverse mostre personali e collettive, italiane e straniere.

Parete polimaterica, Triennale di Milano (1964), definitivamente persa

Nelle pitture, a inchiostri colorati di toni finissimi e trasparenti, la stessa nitidezza, lo stesso amore della materia limpida e lavorata a fondo, con sempre meditata intensità lirica, emergono suggestioni surrealiste, ma di un surrealismo che è piuttosto sentimento magico della solitudine delle cose nello spazio senza tempo.

(Franco Russoli, Mostra personale Galleria delle Ore, Milano febbraio 1962)

A livello internazionale è d’obbligo ricordare le sue partecipazioni alla VI Biennale del Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile del 1961 e, nel solo 1964, alla V Biennale del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto, alla XXXII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, e alla XIII Triennale di Milano, dove Crippa esporrà la più grande composizione mai realizzata di assemblage e collages, alta 5 metri e lunga 30.

Purtroppo, finita la manifestazione, l’installazione venne smantellata e perduta per sempre. Ci rimangono solo alcuni scatti che ricordano l’evento.

Tra 1964 e 1966, gli vengono tributati due importanti riconoscimenti

Nel 1964, la Fondazione culturale americana David E. Bright, in occasione della XXXIV Biennale Internazionale di Venezia, gli assegna il prestigioso premio per il disegno bianco e nero 

La gentilissima vena lirica di Luca Crippa, si associa ad una sottile quanto profonda cultura grafica, il che lo porta a disegnare con squisita preziosità sia quando si affida agli estrosi umori dell’immaginazione, sia quando riscopre inquiete forme umane, sia quando trasfigura poeticamente le più oggettive parvenze della realtà.

(Mario Monteverdi, Recensione mostra personale, Galleria Cavour, Milano 23 dicembre 1965)

Nel 1966, Arturo Schwarz lo invita ad esporre cinque suoi lavori datati 1942, in occasione della mostra dei cinquant’anni anni “Dada in Italia 1916-1966”, tenutasi al Padiglione d’arte contemporanea.

A partire dal 1970, dopo la Mostra alla Galleria Milano “Disegni, collages e oggetti surrealisti. 1938-1948”, ricerca e produzione artistica si intrecciano con l’attività di docente in decorazione pittorica all’Accademia di Brera a Milano, dove insegna dal 1971 al 1993. 

Nel 1972 viene nominato commissario per la grafica internazionale alla Biennale di Venezia.

Momenti importantissimi per la conoscenza della maturazione ed evoluzione del suo linguaggio e percorso artistico sono le mostre antologiche di Palazzo dei Diamanti a Ferrara del 1982 e della Galleria Montrasio di Monza del 1995.

Le sue opere si trovano in importanti musei e collezioni private italiane ed estere, fra cui il MOMA di New York, l’Art Institute di Chicago e quello di Boston, la Staatgalerie di Stoccarda, il Gabinet des Estampes della Bibliothèque Nazionale di Parigi, le Gallerie d’Arte Moderna di Torino, a La Spezia e Marsala (Trapani), nella Raccolta di Grafica Contemporanea di Pisa, alla Collezione Martha Jackson di New York, nel Museo Bonzagni di Cento (Ferrara).

Nel 1989 realizza la barca madrina del Carnevale di Venezia.

Nel 2001, dona ai Musei Civici di Monza 140 disegni, suoi e di altri amici che frequentarono l’ISIA. Tra le opere, testimonianza dei vari corsi oggetto
d’insegnamento, sono stati scelti i disegni dedicati al nudo. Gli artisti sono: Pio Semeghini, Luigi Broggini, i sardi Salvatore Fancello, Costantino Nivola, Giovanni Pintori, lo scultore napoletano Renato Barisani, i luganesi Bramante Buffoni e Mario Moglia, il polacco Rimtas Kalpokas, il padovano Mario Pinton, lo zaratino Giuliano Zovetti, il comasco Giovanni Bellesini di Dongo, il mantovano Umberto Bellintani e, ancora, i monzesi Alfonso Bisesti e Osvaldo Pivetta.

Scomparso il 29 giugno del 2002, dispone nel proprio testamento che vengano donate alla città natale Seregno, il prezioso patrimonio di 2866 opere, tra dipinti e grafiche di autori contemporanei e propria produzione, e che venga costituito un museo cittadino destinato all’esposizione delle opere e alla valorizzazione e formazione artistica delle nuove generazioni. 

Luca Crippa

la parete polimaterica del 1964