Contributi critici

Si rinvengono in tutta la sua pittura, l’esuberanza narrativo-fantastica dei suoi proliferanti disegni, collages, objets-trouvés, che [in un arco di attività ormai più che trentennale] segnano una delle singolari esperienze artistiche italiane del dopoguerra.

Elda Fezzi
Mostra personale “Ricordi delle isole Greche”
Milano, Biblioteca comunale, 1969

Si nutre di disegno. Casse di disegni: potrebbe tappezzare una città di disegni.
I suoi disegni sono mossi e agitati quando danno vita a figurazioni grottesco-surrealiste, ma sono altrettanto estatici di fronte al volto di un bambino per coglierlo nel suo angelico stupore e commossi davanti al dolore umano.

Guido Le Noci
Presentazione prima mostra personale
Como, Galleria Borromini, 1943

L’agilità e la sicurezza del suo strumento, che percorre il foglio tracciando direttamente le immagini senza alcuna preparazione preventiva-quasi egli vedesse un preesistente percorso e ne seguisse i contorni-è sorprendente. In poco tempo fogli si accumulano su fogli; e non ve n’è uno che tradisca difficoltà inventive o titubanze esecutive.

Renzo Margonari
Presentazione mostra “Disegni collages e oggetti surrealisti 1938-1948” Milano, Galleria Milano, 1970

 Il margine opposto alla grazia è la malinconia, che si genera proprio per una sottile lacerazione che si avverte nella bellezza quando tocca una zona gelosa della memoria. Una malinconia lucente, uno struggimento remoto, infantile, e la mano ne vibra tenera fino alla più nascosta traccia, alla più lieve màcula. 

 

Marco Valsecchi
Mostra personale
Bologna, Galleria d’Arte La Colomba, 1962

Il suo estro creativo è una dirompente eruzione di immagini, un moto perpetuo di emissioni grafiche registrate da un sismografo stregato.
Crippa, fin dall’ adolescenza, ama giocare con le immagini, improvvisando le sue alchimie grafiche senza riserve intellettualistiche.
La sua forza è il segno, una dotazione istintuale che gli consente di procedere sui fogli con sconcertante abilità, figurando tra i maggiori grafici italiani d’ oggi.

Miklos N. Varga
Il Fante di Quadri, 1972

Le sue osservazioni si dispiegano in una ordinata ed estrosa operazione lirica, collocabile tra ironia e consuetudine mentale, pronta all’invenzione e forse anche al grottesco.

Domenico Cara
Bari, Giustizia Nuova, 1973

Senza volerlo sto rimarcando le straordinarie capacità disegnative di Luca Crippa, la sua sconfinata fantasia visionaria, le sue eccezionali possibilità di vedere oltre gli oggetti, la sua grande attitudine a collocare ciò che vede in segreti ambiti di surrealtà che la sua mano disvela delicatamente senza stupori e tentennamenti, naturalmente.
E si può scoprire anche, infine, l’affascinante disponibilità di Luca Crippa a percorrere gli avventurosi e liberanti sentieri della fantasia; ciò che costituisce di per sé una semplice ed autentica operazione di poesia.

Enzo Di Martino
Mostra antologica dell’opera grafica (1947-1980)
Reggio Emilia, Palazzo del Capitano del Popolo, 1981

Un’antipatia sicura: tutto quello che chiamano il realismo, che non ho mai capito bene che cosa sia. Simpatie, invece, ne ho tantissime: Klee, Kandinsky, che hanno inventato tutto; e poi Victor Pasmore, Ben Nicholson. Ma il grande pittore è Braque. Ma mi piacciono in tanti.
L’importante è che uno abbia l’invenzione formale.
Se ti accorgi che l’invenzione c’è, poi puoi metterci dentro tutto quello che vuoi.

Luca Crippa

Nelle pitture, a inchiostri colorati di toni finissimi e trasparenti, la stessa nitidezza, lo stesso amore della materia limpida e lavorata a fondo, con sempre meditata intensità lirica, emergono suggestioni surrealiste, ma di un surrealismo che è piuttosto sentimento magico della solitudine delle cose nello spazio senza tempo.

Franco Russoli
Mostra personale
Milano, Galleria delle Ore, 1962

La gentilissima vena lirica di Luca Crippa, si associa ad una sottile quanto profonda cultura grafica, il che lo porta a disegnare con squisita preziosità sia quando si affida agli estrosi umori dell’immaginazione, sia quando riscopre inquiete forme umane, sia quando trasfigura poeticamente le più oggettive parvenze della realtà.

Mario Monteverdi
Mostra personale
Milano, Galleria Cavour, 1965