Collezionista per gioco

Attività che Luca Crippa ha condotto parallelamente a quelle di artista e docente, è la frequentazione assidua dei luoghi di incontro culturale e delle mostre a Milano, con una presenza costante ad inaugurazioni e dibattiti tra critici ed artisti, il cui esito è stata una fitta rete di relazioni e conoscenze dai densi risvolti umani e professionali.
Il fulcro di tutte le relazioni era comunque e sempre l’evento mostra, a cui il più delle volte la convocazione avveniva attraverso la spedizione dell’invito e non di rado anche del manifesto dell’evento, consegnato in spessi rotoli di cartone o talvolta piegato in grandi buste.
Crippa ha conservato, anche sulla scia di un certo maniacale amore per la carta, quei documenti della storia espositiva milanese, i manifesti, specchio seppur parziale della vita culturale di un’epoca.
Si faceva inviare dalle gallerie estere, innanzitutto da Leo Castelli a New York, ma anche dagli spazi espositivi parigini, di Zurigo e tedeschi, i manifesti delle mostre, dando luogo nel tempo ad una cospicua raccolta.
Circa 100 manifesti, che sommati a quelli di Domenico Cara raddoppiano e costituiscono, oggi, un corpus documentario assolutamente unico della storia della comunicazione dell’arte, della grafica, della socialità culturale di un’epoca forse ormai conclusasi.
Tra le tante passioni anche quella di collezionare giocattoli in gesso, cascame di legno, terracotta, latta, stagnola, cartapesta, gracili cavallucci pezzati, tamburelli policromi e ammaccati, sbiaditi burattini di colla e straccio, teatrini e presepi di carta acquarellati, fischietti-uccelli in ceramica saltabeccanti, austeri salvadanai e goffe acquasantiere, armi rudimentali, turaccioli delle bottiglie di champagne, 150 scatole di latta porta caramelle, più di 2500 carte d’arancia a partire dal 1861, e molto altro.
Tutti simboli della ritualità agreste e le ingenuità artigiane preindustriali e anticonsumistiche.
Ennesima conferma del suo approccio ludico all’artisticità popolare e semplice, che ha fatto di lui un grande maestro del sogno.
